Utilizzare una caldaia a pellet quindi, in un’abitazione di 150 metri quadri, porta a un risparmio annuo di 45-50 t di CO2 equivalente, che totalizzano circa 900-1000 tonnellate in 20 anni di vita tecnica dell’impianto di riscaldamento. Optare per un riscaldamento con legna da ardere, cippato e pellet significa pertanto, oltre a ridurre i costi, anche compiere una scelta di sostenibilità ambientale. Ma attenzione, non basta il mero calcolo della CO2 per sentirsi con la coscienza pulita; per dirsi sostenibile dal punto di vista ambientale la biomassa legnosa deve provenire da gestione forestale sostenibile ed essere certificata. Una gestione forestale è sostenibile se sottostà, nelle forme e nel tasso di utilizzo, a regole che consentano di mantenerne biodiversità, produttività, capacità di rinnovamento e vitalità, riuscendo ad adempiere alle loro funzioni ecologiche, economiche e sociali senza comportare danni ad altri ecosistemi. Scaldarsi in modo sostenibile è quindi possibile se, laddove si utilizzano legna, cippato e pellet in sostituzione delle fonti fossili di energia, i benefici non sono soltanto economici (prezzo della materia combustibile) ma se c’è anche una ricaduta positiva sul sistema economico e sul tessuto sociale del territorio.
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